Daniel Frost
Ogni anno, con l’arrivo della primavera, Bat si sveglia dal suo lungo letargo. Come tutti i pipistrelli, vive dentro una grotta, ma stavolta è stufo di stare al buio. La luce del sole che filtra tra le rocce invoglia il pipistrello ad abbandonare l’oscurità e ad avventurarsi fuori casa. Sarà l’incontro inatteso con Flamingo, un simpatico fenicottero munito di occhiali da sole e macchina fotografica, a portare un po’ di luce e un pizzico di avventura nella vita di Bat. La storia di un’amicizia in cui la diversità non è un ostacolo ma una straordinaria ricchezza.
Bat e Flamingo sono due personaggi agli antipodi. Qual è stata l’ispirazione per questa insolita storia di amicizia?
La storia di Bat e Flamingo è nata durante il periodo del lockdown, quando non potevo spostarmi per vedere i miei amici e la mia famiglia o per scoprire nuovi posti. Gran parte dell’ispirazione è scaturita dalla mia vita quotidiana e dal desiderio di viaggiare per vedere i miei cari. Mi ritrovavo spesso a disegnare all’ora del tramonto o di sera, è stato in quei momenti che ho cominciato a interessarmi alla rappresentazione dell’oscurità e delle creature notturne. A un certo punto, ho notato che un piccolo pipistrello con gli occhiali ricorreva spesso nei miei taccuini. Così, ho iniziato a pensare a dove gli sarebbe piaciuto viaggiare, a chi avrebbe potuto incontrare. Mi sono divertito a immaginare quali animali potessero essere l’esatto opposto dei pipistrelli, e a quel punto è nata l’idea di un vivace uccello tropicale. Tra le prime immagini che ho realizzato c’era quella di un fenicottero che cercava di restare appeso a testa in giù come un pipistrello. Questo disegno, che racchiude in sé umorismo e oscurità, amicizia e curiosità, è diventato il punto di partenza della storia.
Come ne I guai di Mini Cowboy, anche in questo libro fai ricorso all’ironia per sfatare pregiudizi e luoghi comuni, per l’appunto la convinzione che due creature tanto diverse non possano andare d’accordo e stringere amicizia.
Tra le cose più eccitanti della vita ci sono proprio quelle inattese. Mi piace sovvertire le aspettative. Con I guai di Mini Cowboy l’ho fatto attraverso un gioco di prospettiva; con Bat e Flamingo, invece, ho puntato sulle diverse caratteristiche dei personaggi. La fauna selvatica mi ha sempre divertito e affascinato: da ragazzo amavo le rane, i tritoni e gli altri anfibi. Trovavo incredibile la capacità di queste creature di vivere tra due mondi (terra e acqua) e non capivo l’avversione di certe persone per questi animali così misteriosi e “magici”. Provo lo stesso stupore nei confronti dei pipistrelli: sono degli esseri unici, purtroppo poco apprezzati. Ecco perché ho pensato che sarebbe stato interessante raccontare l’amicizia tra un pipistrello e un animale del tutto diverso, ma altrettanto unico: il fenicottero. Attraverso l’umorismo, ho voluto creare una storia sull’apertura verso l’altro, e sull’idea che a unirci non sono solo le somiglianze, ma anche le differenze.
Analogamente a La balena misteriosa, anche in Bat e Flamingo il paesaggio gioca un ruolo importante. Dall’oscura caverna dove abita Bat, i due amici si dirigono verso un luogo caldo e soleggiato, dalla luce quasi accecante. Sfogliando le pagine, si è quasi investiti dal calore e dalla luminosità che hai saputo esprimere in modo così vivido…
Il paesaggio è un elemento chiave di Bat e Flamingo. I due libri precedenti avevano un’unica ambientazione: l’Artico per La balena misteriosa, il deserto per I guai di Mini Cowboy. In questo caso, invece, abbiamo due scenari molto diversi tra loro. Questo aspetto del libro è stato piuttosto stimolante. Ho cercato di enfatizzare il contrasto tra la caverna e la spiaggia, mantenendo però un equilibrio lungo l’intera storia. Il colore ha un ruolo fondamentale nei miei lavori, soprattutto nei paesaggi. In Bat e Flamingo volevo trovare un colore che collegasse i due luoghi e il turchese si rivelato il più adatto, capace di descrivere sia la frescura e l’incanto della caverna sia la bellezza e la vastità dell’oceano. Mi interessava mostrare come due scenari così distinti potessero essere complementari. Proprio come Bat e Flamingo!
Potresti raccontarci qualcosa sul processo creativo e sulla tecnica utilizzata?
Inizialmente ho realizzato molti schizzi e scarabocchi. Disegno ovunque mi trovi, raccogliendo le idee in piccoli taccuini neri. Sono sempre alla ricerca di ispirazione. Considero magica questa parte del processo creativo perché è come incontrare qualcuno per la prima volta e scoprire tutto su di lui. Ho disegnato i personaggi più e più volte, concentrandomi sulla costruzione della loro personalità e su ciò che li rende unici. Poi sono passato all’ambientazione. Con la tecnica della gouache ho cercato di rendere l’umore e l’atmosfera giusti. La realizzazione di Bat e Flamingo è stata una bella sfida perché avevo bisogno di sperimentare e sviluppare una nuova palette di colori, specialmente per la caverna. Non avevo mai usato il colore nero in purezza nei lavori precedenti, il suo equilibrio è molto delicato quando viene accostato a colori più luminosi. All’inizio ho utilizzato un nero puro ma l’effetto era piuttosto cupo, quindi ho provato a mescolarlo con altri colori. È stato interessante capire come far “risplendere” una scena ambientata nell’oscurità.
Tu sei più simile a Bat o a Flamingo?
Potrei essere un mix di entrambi, perché amo il mare e le spiagge assolate, ma sono attratto anche dai luoghi oscuri e misteriosi, come la caverna di Bat. Se devo essere onesto, però, direi che somiglio di più a Bat, sia nell’aspetto sia nelle abitudini. Mi piace dormire tanto, vivo nel buio e freddo Nord e porto occhiali con lenti tonde. E, come Bat, ho amici molto diversi da me che vivono in zone più calde del mondo e con cui adoro trascorrere del tempo.